Intervista a Runny Magma








Buongiorno a tutti!

Oggi siamo in dolce compagnia, si perché abbiamo una scrittrice di libri M.M. che risponderà alle nostre domande. Si sa poco o niente di lei perché vuole tenere segreta la sua identità, ma cercheremo di conoscerla meglio e magari carpirle qualche segreto sulla sua identità. Perciò basta perdere tempo e salutiamo calorosamente Runny Magma!Siamo veramente felici di averti qui con noi e onorate dal fatto che hai voluto concederci del tempo.


Cosa ti ha fatto scattare la voglia di scrivere?

  Vuoi ‘carpire’ segreti su di me? :D Be’, innanzitutto non è un segreto che sono tutto fuorché ‘dolce’, poi non ho mai specificato né il mio genere sessuale, né altre dicotomie per giocare con svariati preconcetti. Per non ripetere idee già dichiarate qua e là, il succo è che se scrivi romance devi essere donna, se scrivi gay fiction devi essere uomo, se sei esordiente non sai scrivere, se sei un professionista sei raccomandato, se sei giovane non sai niente della vita, se sei vecchio sei da rottamare, se sei sconosciuto non hai abbastanza amici, se sei conosciuto hai troppi nemici. Riguardo la voglia di scrivere, la risposta in realtà è banale, perché più o meno per tutti scatta leggendo, per la coscienza di avere qualcosa da dire nel momento in cui non si riesce a trovare quello che vorremmo leggere.



A che età hai iniziato a scrivere?

  Ho sempre scribacchiato, a partire dalle storie di animali parlanti che quasi tutti ideiamo almeno una volta nei primi anni di scuola.



Sei partita subito con il genere M.M. oppure all’inizio hai scritto altro?

No, a sei anni non scrivevo robe sconce. Forse a nove, dieci... dopo aver adocchiato qualche fumetto.



Il genere M.M. sta vendendo sempre di più, sta cadendo lo stupido tabù della lettura di certi libri, cosa ne pensi in merito?

  Dici? Il boom c’è stato intorno a 3/2 anni fa, da un annetto e mezzo circa mi sembra che la curiosità per l’mm romance sia in calo. La gay fiction in generale è comunque molto più sdoganata rispetto a una decina di anni fa, basta guardare la tv.



Da cosa nascono le tue storie? Prendi spunto dalla vita reale o è tutto dettato dalla tua fantasia?

  Le trame e le caratterizzazioni sono inventate, ma le mie storie parlano di vita quotidiana e gente comune, per cui mi è capitato spesso di rifarmi a qualcosa che ho visto o sentito. Se non si vive o non si chiacchiera con la gente, secondo me, si finisce o con lo scopiazzare o con lo scrivere solo fantasticherie. Luoghi, locali o manifestazioni citati in “Perfect Strangers”, per esempio, sono reali; per l’esperienza e la parlata di Nuno di “Mascarado” ho preso ispirazione da un paio di amici; per non dire delle drag...



Ho notato che il filo conduttore dei tuoi libri sono le Drag Queen, come mai ti sei ispirata a loro?
 

  Eccoci. Frequento il mondo delle drag queen da circa quindici anni, grazie alle Drastik Queen, storico trio pisano, ma in Italia non c’erano molti romanzi a tema, così ho pensato di giocare con i lustrini, prima attraverso una rubrica di retrospettive e interviste sul blog “Refusi Etc.”, poi inserendo queste caratterizzazioni nelle mie storie.



È un mondo sconosciuto quello delle Drag Queen, perché sono ancora molti i pregiudizi che aleggiano intorno a loro, come i pregiudizi verso l’omosessualità. Credi che arriverà finalmente il giorno dove non ci saranno più pregiudizi o la strada è ancora lontana?
 

  Il mondo delle drag queen non è così sconosciuto. In tv sono ovunque e ormai hanno repertori specifici pure per i matrimoni, per giocare con i bambini. Il fatto di sdrammatizzare i pregiudizi stessi le rende rassicuranti anche agli occhi di chi ci si approccia con perplessità, per questo da Ru Paul a Platinette non ci sono mai stati grandissimi problemi di accettazione. I pregiudizi sull’omosessualità in generale poi vanno da persona a persona e da ambiente ad ambiente; in quello scolastico, per esempio, ci sono ancora tantissimi problemi, per non parlare di quello ecclesiastico.



In quale ambiente ti piace scrivere e in che momento della giornata?
 

  Non ci sono luoghi o momenti precisi, anche perché tutto dipende dagli impegni quotidiani e dai periodi più o meno produttivi.



Hai persone che ti consigliano mentre scrivi oppure fai tutto da sola e poi fai leggere?
 

  Mi è capitato spesso di chiedere consigli su dettagli e particolari secondari, per renderli più verosimili. Riguardo invece le tecniche di scrittura le ho studiate prima di pubblicare, come penso che si dovrebbe fare.



In tutti i tuoi libri parli di Filippo in arte Duchessa, fondamentale in certe storie, come mai non gli hai dedicato un intero libro?
 

  Perché il finale della sua storia era già chiaro a partire dal primo libro, non avrebbe avuto senso costruire di nuovo un’impalcatura per lui, così come non avrebbe avuto senso creare un personaggio ex novo nel momento in cui avrei avuto bisogno di un secondario identico a lui. Di conseguenza ho pensato che sarebbe stato divertente farlo apparire ogni tanto come attore non protagonista e rivelare di volta in volta qualcosa in più su di lui e sul suo gruppo di drag.



La coppia che mi è piaciuta di più è stata quella di Sasha e Ivan, una storia particolare, sembra quasi incesto anche se loro sono fratelli, ma non lo sono. Ti va di parlarcene un po’?
 

  Ero a una cena spettacolo della mia amica Ivana Tram (Miss Drag Queen Toscana 2014 e 2016), delle Drag Dynasty, e a fine serata ci mettemmo a parlare di uno show che avrebbe dovuto imbastire di lì a breve. Prima di reinventarsi come drag, era uno stripman, e ogni tanto rispolvera le ‘vesti’ per la festa della donna. Era indeciso fra 007 (che però aveva fatto già negli anni precedenti) e il faraone di Stargate, così io gli consigliai l’egizio spaziale. Mentre si spogliava e si struccava, gli scappò un lamento del tipo: “Speriamo d’un sbaglia’ valigia...” E come non avrei potuto dire: “Ripeti! Ripeti!”? :D Alla fine fece il faraone spaziale, ma in un romanzo pensai che sarebbe stata più immediata la visualizzazione di 007, per uno spogliarello. Ovviamente lui non è né Sasha né Ivan e i personaggi sono come al solito inventati di sana pianta partendo da questo spunto e da un altro relativo a una coppia di amici che stava adottando due bambini. Dissero loro che dovevano essere fratello e sorella veri, altrimenti in futuro avrebbero potuto innamorarsi. Io rimasi un po’... così, rimuginando: “E perché mai non potrebbe succedere fra due bambini dello stesso sesso?” Il titolo allude ovviamente a Billy Wilder. Tutti abbiamo ben presente l’equivoco iniziale e il travestimento di “A qualcuno piace caldo”, ma mi preme sempre ricordare la battuta finale perché, trattandosi degli anni ‘50, è strepitosa (chi non se la ricorda, lo riguardi!).



Eros e Nuno anche loro sono stati una coppia tosta. Scriverai qualcosa ancora di loro o con l’epilogo di (s)mascarado hai messo la parola fine?

  No, a dire la verità neppure “(S)mascarado” era previsto, perché per me la storia di Nuno ed Eros si era conclusa in “Mascarado.” Solo che me lo chiesero in tanti e allora inserii il mini-sequel in un ebook contenente anche una rivisitazione ampliata e rivista del mio precedente racconto “Porcahontas”, pubblicato in origine dal blog RFS.



Hai mai pensato di scrivere qualcosa di totalmente diverso, un altro genere?

  Come ti ho detto sopra, ho scribacchiato sempre un po’ di tutto, ma non tutto va oltre la sinossi, se l’idea non mi convince.



Rispondi a una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma che vorresti ti avessero fatto.

  “Sì” a: “Mi tieni un attimo questo milione di dollari?”



Hai già qualche altra storia nel cassetto o già pronta da pubblicare?

No, per il momento tutto tace, anche se ogni tanto in testa ci sono personaggi che si dibattono. Purtroppo il tempo è quello che è, e al momento ho altre priorità, ma non è detto che prima o poi Filippo non mi prenda a zeppate per riprendersi un po’ di scena.



Grazie mille per essere stata con noi e aver risposto alle nostre domande. Siamo state felicissime di averti qui, speriamo di sentirci ancora in merito a un tuo nuovo libro.

  Grazie a voi per lo spazio, e buone letture!





Recensione: Mascarado
Recensione: Perfect Strangers



 




 

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